Quest 1.5 Reloaded, Il ritorno dei Coboldi

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Cavetist il Guardiano
view post Posted on 27/6/2010, 10:36




Quest Master

Quest: Si comincia! 1.5 Reloaded: Il ritorno dei Coboldi
Livello Richiesto: 1
Giocatori richiesti: 4
Giocatori Massimi: 6
Difficoltà: Semplice se ben gestito (media\difficile)
Clan: Cavalieri di Adiual\Senza Clan
Tipo di missione: Difesa\alleati
Luogo: Un borgo a Nord di Stormhold.


Un piccolo borgo nell'entroterra è assillato dai coboldi, voi dovete scoprire perché e trovare una soluzione.

Siete all'interno di una taverna, in un piccolo borgo a nord di Stormhold. Questa
cittadina viene in continuazione assalita dai Coboldi. Altre squadre sono state
mandate a tentare di risolvere il problema, ma con scarsi risultati. Gli attacchi
sono continuati e così l'Impero ha deciso di stanziare un piccolo contingente di
soldati per risolvere la questione. Purtroppo, il grosso dell'esercito è composto
da reclute inesperte e mercenari, visto che le truppe d'elite sono impegnate sul
fronte sud-orientale. Voi fate parte delle reclute (o dei mercenari se parte di altri
clan) che sono state stanziate a difesa di quel luogo.

Le iscrizioni alla versione 1.5 della precedente quest sono aperte.



Edited by Tixend™ - 27/6/2010, 12:02
 
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view post Posted on 2/10/2010, 15:47
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Mi iscrivo.
 
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Lord Feffo
view post Posted on 3/10/2010, 02:18




Mi iscrivettessi
 
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†Bado~
view post Posted on 3/10/2010, 19:24




Mi iscrivo =ç=
 
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• Oerba Dia Vanille. ~
view post Posted on 4/10/2010, 22:35




Mi iscrivo °-°"
 
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Cavetist il Guardiano
view post Posted on 6/10/2010, 12:15




Quest Master

Situazione:
Seduti all'interno di una taverna, intorno a voi svariati soldati,
perlopiù reclute. Li vedete spaesati, spaventati e vi ci vuole poco
per rendervi conto che molti di loro sono alla loro prima missione.

La sala in cui vi trovate è piuttosto larga, con almeno una decina
di tavoli e una ventina di soldati all'interno. Un robusto uomo dietro
il bancone pulisce dei boccali con uno straccio. A un lato della sala,
una larga brace in un caminetto aperto riscalda la sala, alcuni soldati
sono seduti lì a riscaldarsi. L'ora è già tarda, e fuori per le strade non
sembra esserci nessuno. Il sole è già calato da un pezzo e i soldati,
a quanto ne sapete, sono qui in attesa di ordini che dovrebbero
arrivare a breve.

Obiettivo:
Fate il vostro post di presentazione indicando cosa sta facendo il
vostro personaggio e per quale motivo si trova qui.

 
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view post Posted on 8/10/2010, 21:51
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Era quasi buio, e il Santo cercava un posto in cui passare la notte almeno con qualcosa nello stomaco. Solo che... non aveva manco un soldo bucato.
Era praticamente sulla via principale della cittadina borghese, nella spasmodica ricerca di un locale aperto, e non v'era nemmeno un'anima che passeggiasse solitaria, un cane che dormisse sul ciglio della strada o una battona che stanziasse sul marciapiade sotto i lampioni ad olio.
Finalmente trovò una taverna, piuttosto incasinata, e pensò che dovessero essere tutti lì gli abitanti, battone comprese e pensò di approfittare della confusione per scroccare un pasto.
Raggiante e già nel palato il gusto di un po' di pane all'aglio, aprì la porta della taverna.
E la trovò piena di soldati.
Solo pochi, chissà perché, si erano girati a guardarlo, e quei pochi si girarono noncuranti. Per fortuna non l'avevano riconosciuto.
- Sia lode al cielo! - pensò rasserenato il Santo.
L'oste, però, lo stava fissando ancora e il Santo temeva seriamente che l'avesse riconosciuto e che quindi lo denunciasse ai soldati. Si accorse che si stavan fissando a vicenda, come due baccalà.
Il taverniere, però, si fece avanti verso il Santo e chiese con tono burbero, con un boccale in mano e lo straccio nell'altra, e chiese, guardandolo ancora con sospetto: - Vuole qualcosa da mangiare o dobbiamo restare tutti e due a guardarci come imbecilli? -.
San Tancro si riprese dall'imbambolamento dovuto alla fame, ai profondi occhi porcini dell'oste e al sonno, si asciugò la saliva che gli era colata durante una veloce fase di dormiveglia e rispose: - Scusi, sono arrivato da molto lontano -.
L'oste ritornò al banco e disse al giovane uomo: - Vitto e alloggio costano cento denari, e siccome oggi c'è il boom di stanze - riferendosi ai soldati che stavano giocando con i carboni del caminetto a chi lo tirava fuori dalla finestra - E i danni, il tutto costa trecento -.
- Alla faccia... - pensò il ragazzo, girandosi verso i soldati, che stavano complimentandosi con un commilitone che aveva fatto centro sul pomello della porta.
- Ma... non gli dice niente? - chiese il Santo, accigliato.
- Nah - rispose il taverniere - Tanto paga tutto Lord Alexander -.
San Tancro, al sentire che pagava l'imperatore in persona, ne approfittò malandrino. - Beh... Certo io sono stato inviato dall'Imperatore per questa situazione, ma mica faccio così tanto casino - disse il Santo.
Il tavernierò lo guardò, o meglio, lo squadrò: - E cosa dovresti essere? Barbone di fianco sinistro? Mendicante scelto? -.
- Scherzi, con la sua panza da scrofo ozioso, ma io, a differenza vostra, mi rendo utile e sto tra le seconde file, a curare i soldati, mica meno il can per l'aia, come lei, e anzi, per le sue fattezze da cinghialotto, mi pare che se la meni e basta - Rispose il Santo, sfoderando la sua cattiveria.
L'oste fece cenno di tirargli il boccale, ma poi fece atto di tirargli un pugno, e il Santo si spostò prudente.
- Azz! Non mi tocchi con le sue mani da carpentiere amatoriale! - disse, spostandosi e dando manate al pungo del taverniere. - Guardi che poi le mando contro gli ispettori sanitari! - esclamò velenoso Tancro, e fingendosi offeso, si andò a sedere in uno dei tavoli tra i soldati, che non avevano prestato la benchè minima attenzione, troppo intenti a togliere con l'attizzatoio i mattoni del camino.
L'oste bestemmiò tra sè e sè qualcosa, e poi ingiuriò più volte sottovoce la madre del Santo.
Il giovane si era odiato per questo, ma era stato necessario...
 
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Lord Feffo
view post Posted on 9/10/2010, 20:56




Vind ballava ormai da due giorni initerrottamente, sperando di raccimolare qualche soldo. Di fronte a lui c'era un piccolo sacchetto di cuoio, ad occhio c'erano più o meno 8 denari. Cercando di incantare il magro pubblico che lo osservava, si sentiva sempre più stanco ed appensantito. Tra una giravolta ed una capriola, sempre più sudato e con un respiro gradualmente più affannoso, rallentava la sua danza frenetica, finché non cadde a terra.
-Ehi, ma che diavolo succede, presto qualcuno lo aiuti!!- gridò qualcuno dal pubblico mentre una dozzina di persone si radunavano intorno al giovane svenuto, ma non vedendo nessuno muoversi si avvicinò al giovane, se lo caricò in spalla e lo portò alla locanda.
Dopo qualche ora Vind Si alzò dal letto. -Ah... Dove sono?? Mi fa malissimo la testa!- E subitò sentì la risposta dall'interno -Sei svenuto e un tipo ti ha portato a questa locanda, peccato che non abbia preso la borsa con le monete che avevi raccolto... Avremmo potuto pagarci la stanza e qualcosa da mangiare.- -Eh, si, é proprio un peccato...- Dopo di che uscì dalla stanza per vedere il luogo in cui era stato portato. Era pieno zeppo di soldati, alcuni parlottavano, mentre altri giocavano a lanciare dei pezzi di carbone fuori da una finestra. -Idioti!- Vind ridacchiò, poi vide entrare un tipo strano, vestito di bianco, con dei capelli ricci, biondi e folti. Sembrava un tipo stravagante, quasi interessante, lo tenne d'occhio e lo video parlare con l'oste. Quest'ultimo evidentemente irritato da qualche parola de quello strano individuo prima mosse il boccale come per volerglielo tirare nei denti, invece sferrò un pungo che venne facilmente schivato. Vind si mise a ridere, portando avanti e indietro il corpo e battendo il pugno sulla ringhiera del primo piano. Ridendo perse l'equilibrio e finì dall'altra parte della ringhiera, tentò di appendersi, ma essendo senza forze scivolò di sotto rompendo uno dei tavoli a cui erano seduti i soldati. -Coglione- Sentì nella sua testa. Vind si rialzò più velocemente possibile e si chinò di fronte ai soldati abbassando il capo. -Perdonatemi, ho perso l'equilibrio e sono caduto dal piano di sopra-
 
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†Bado~
view post Posted on 12/10/2010, 21:20




Notte.
Si, era un orario piuttosto strano per veder gironzolare un Bambino per la città...Si, non si trattava certo di un Bambino comune, e questo si notava dal semplice fatto che si portava appresso una spadona più grossa di lui. Era una figura leggermente inquietante: Un esserino dai capelli bianchi e gli occhi praticamente invisibili, dato il colore e il buio della notte, che brandisce uno spadone. Il tutto con un sorrisone stampato sul volto.
Si stava dirigendo ad una locanda sott'ordine del suo Papà, che gli aveva detto di andare in quella locanda, per svolgere un compito che gli sarebbe stato assegnato li. Ian era molto felice di ciò, perchè così avrebbe potuto rendere orgogliosi Mamma e Papà.
Non ci volle molto che arrivò alla Locanda. Sicuramente il suo ingresso sarebbe stato...Appariscente. Dopotutto non accade tutti i giorni di vedere un Puffetto bianco cercare di entrare nella Locanda, ma con scarsi risultati a causa della spada, che non passava dalla porta...Ma solo per la stupidità del ragazzino, che teneva la spada in orizzontale.
-Mammaaaaaa, sei ingombrante.-
Detto questo, avrebbe iniziato a tirare con forza, ma senza risultato, arrivando poi alla conclusione di dover capovolgere la Spada, passando finalmente per la porta, ridacchiando un pochino.
Nella locanda c'era movimento. Tanti soldati e persone stravaganti popolavano il luogo, ma Ian non era interessato a ciò. Solo una cosa aveva in mente...
-Mi scusi Signore, ha del Latte alla Fragola?-
Si, aveva chiesto proprio quello al Barista...Be, non ditemi che pensavate avrebbe chiesto una Birra.
Il Vecchio borbottò qualcosa al ragazzino, porgendogli quello richiesto. Ian Sarebbe stato li, seduto a bere il suo Latte alla Fragola, tenendo la Mamma poggiata tra le gambe, con la punta verso il basso, in modo da non farla cadere.
 
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• Oerba Dia Vanille. ~
view post Posted on 14/10/2010, 14:58




La via principale della città non era molto animata. Di tanto in tanto si vedeva qualche occasionale passante e qualche soldato qua e là. Ma per il resto la città era deserta.
Di certo non era un problema per Lightning, che preferiva passare quanto più inosservata possibile. Trovò la locanda che stava cercando ed entrò.
Che casino.
Era entrata in uno stanzone decisamente troppo animato per i suoi gusti, senza contare la presenza di soldati - che non le erano mai stati troppo simpatici. Tutto quel vociare la innervosì.
Si sedette ad un tavolo vuoto, accavallando le gambe e si diede all'osservazione degli avventori di quel locale.
Per la maggior parte si trattava di contadini. Gente venuta a spendere i pochi soldi in un boccale di birra. Ma anche giovani uomini venuti a godere della piacevole compagnia di graziose fanciulle. Fatta eccezione per un tizio biondo vestito di una semplice tunica bianca e un tizio - che, non capì come, cadde dal secondo piano, schiantandosi su un tavolo -, nessuno attirò la sua attenzione. La verità la stizziva. Non sapeva chi cercava.
Aveva sentito dire di problemi con dei mostriciattoli dal nome mai sentito e non aveva potuto fare a meno di andare a vedere di cosa si trattasse: un po' per curiosità, un po' per soldi.
Ma per l'appunto non aveva idea di cosa chiedere, né tantomeno a chi.
I suoi ragionamenti furono interrotti da una vocetta acuta.
«Mammaaaaaa, sei ingombrante.»
Non poté fare a meno di girarsi. Non fu l'unica. Tutti i presenti più vicini all'ingresso si voltarono ad osservare un bambino che cercava di far passare per la porta una spada che era letteralmente il doppio di lui, per di più tenendola orizzontalmente.
Quando finalmente si risolse a passare, si diresse verso il bancone, e allora perse d'ogni interesse per Lightning, che riprese ad osservare la folla con fare annoiato.
Che palle.
 
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Cavetist il Guardiano
view post Posted on 15/10/2010, 15:39




Quest Master

Situazione:

Il silenzio della sala fu rotto dalla lite tra San Tancro e l'oste.
Dopo aver schivato il pugno di quest'ultimo ed averlo minacciato
di "denunciarlo all'ufficio di igiene", San Tancro si andò a sedere
in mezzo ai soldati. L'oste, pur non avendo capito una sola
parola dei rimproveri di San Tancro, sentendogli pronunciare
"denuncia" ed avendo tutti quei soldati all'interno della taverna,
decise di lasciar correre e tornò al suo lavoro.

Un soldato fece per andare da San Tancro per chiedergli
che problema ci fosse tra lui e l'oste. Non fece in tempo ad
alzarsi, che una fragorosa risata ruppe nuovamente il silenzio
della sala, ed anche un tavolo quando colui che la produceva
cadde da una balconata. Costui si rialzò, stranamente quasi
illeso, e disse:

"Perdonatemi, ho perso l'equilibrio e sono caduto dal piano di sopra"

L'oste era furente: stava per uscire da dietro al bancone
intenzionato a cacciare a calci nel deretano i due piantagrane,
quando sentì un'acuta vocina chiamarlo da uno dei sedili difronte
a lui:

"Mi scusi Signore, ha del Latte alla Fragola?"

L'intera comitiva di soldati, che stava assistendo incredula alla
scena, vedendo la scena dell'oste tutto infuriato a cui veniva
improvvisamente chiesto del latte alla fragola da un bambino
con una spada enorme, cominciò a ridere del taverniere.
Quest'ultimo, ancora più infuriato, uscì da dietro al bancone,
e stavolta i due l'avrebbero pagata.

Era quasi lì per prenderli, quando la sua rabbia e le risate dei
soldati furono interrotte da un grido:

"BASTA!"

La voce veniva da un uomo in armatura in piedi sulla porta,
dall'aspetto fiero. Indossava un lungo mantello e brandiva
una lancia ornata, la sua figura emanava autorità.


Al suo ingresso nella sala, tutto tacque. Tutto si fermò.
Uno dei soldati si rivolse verso di lui, balbettando intimorito:

"G-gg-generale Larssen"

"ATTENTI!"

Al suo comando, l'intero plotone si mise in piedi mano alla
fronte in segno di saluto.

"Reclute e mercenari, siete stati chiamati qui per difendere questa città dai coboldi che la minacciano. Sappiamo che si annidano nelle foreste ad Est della città. Il vostro compito è organizzarvi, andare lì, stanarli e farli fuori tutti e, se possibile capire cosa li ha con..."

Il discorso del generale fu interrotto da un rumore fortissimo e,
subito dopo, calore e fiamme ovunque. I vostri sensi sono
offuscati, ed i pochi ricordi di quegli attimi sono poco chiari....


Jan:


L'esplosione ti ha scagliato via abbastanza vicino. Sei sul lato
sinistro della taverna. Davanti a te puoi vedere le mura
a palizzata del lato Est del paese. Sotto un pezzo di muro,
riesci a intravedere un piccolo tunnel, vicino ad esso ci sono
tre piccole creature simili a rettili.

Sono alti poco meno di te e brandiscono una rudimentale lancia.
Ti notano: sei ancora a terra ma li vedi correre verso di te.
Non senti vicino a te la presenza della tua "mamma", la cerchi
con lo sguardo e la vedi incastrata nel muro sopra il tunnel.


Vind e San Tancro:


Non sapete cosa sia successo di voi durante l'esplosione.
Il vostro ricordo successivo sono dei soldati che vi svagliano.
Vi gridano:

"Presto, alzatevi! Ci serve aiuto"

Aprite gli occhi, davanti a voi c'è un portone che sembra stia
subendo pesanti colpi, mentre dei soldati cercano di puntellarlo
con mezzi di fortuna: pezzi di legno semi carbonizzato, la cui
origine, girandovi e vedendo la taverna completamente distrutta,
vi è immediatamente chiara. Ai lati del portone vi sono due
piccole torri di guardia e su di esso e sui muri circostanti c'è un
camminatoio. Vi sono degli arceri su di esso e stanno lanciando
raffiche di freccie.


Lightning:

Avverti del freddo sul braccio destro, provi una strana sensazione,
come se fossi... sospesa. Apri gli occhi: la prima cosa che vedi
è il volto di un uomo un po' avanti con gli anni. Ti accorgi di essere
fra le braccia dell'uomo che avevi visto poc'anzi sulla porta della
taverna. Vedendoti riaprire gli occhi, ti poggia a terra
assicurandosi che tu riesca a mantenerti sulle tue gambe.

"Sono felice di vedere che siete ancora viva: sembrate una guerriera, le vostre doti ora mi sarebbero di totale utilità...."

Lo osservi prendere da terra la sua lancia.

"I miei soldati sono impegnati a respingere l'invasione, due gruppi di coboldi sono entrati in città: dobbiamo dividerci e cercarli prima che facciano del male a qualcuno!"


Hai davanti a te due strade: una sembra dirigersi verso una
piccola piazza, l'altra si addentra fra alcuni vicoli


Condizioni:


L'esplosione ha tolto a tutti quanti 30 punti Res, siete
leggermente feriti, tranne Lightning che è stata curata.


Obiettivi:

-Impedire ai coboldi di sfondare o aprire il portone
-Fermare i coboldi già entrati in città


Cosa fate?


Edited by Cavetist il Guardiano - 17/10/2010, 12:57
 
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view post Posted on 17/10/2010, 22:07
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Tixend, per chi si ricorda ancora

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Il Santo prese una sacca di cuoio rigida di forma strana, quasi di una spece di enorme violino, tolse i bottoni che la tenevano chiusa, e ne sfoderò una strana ma splendida, grossa chitarra indaco, che si attivava con l'elettricità scaturita dal suo Santo potere e che con questa produceva un suono non solo mai udito prima, ma che si poteva anche modificare tramite delle manovelle apposite, recanti il nome: "Distorsione", "Filtro" e "Volume". Secondo il Santo, solo quella disposizione di due manovelle per i toni non era abbastanza, e un'idea ce l'aveva avuta sul aumentare la gamma dei suoni, ma era improponibile per i suoi vagabondaggi. Dietro il ponte v'erano due amplificatori, essendo lo strumento pieno, costruiti dal genio di un tecnico e un mago a cui piaceva il suono del liuto. Ai lati del ponte, c'erano due lame d'ascia, appositamente montate da Tancro per difendersi durante certi incontri con avventori poco docili.
La impugnò e la guardò teneramente come un padre guarda il figlio dormire. La tensione elettrica aumentò di colpo, facendo rizzare i capelli di tutti i presenti e la chitarra emise un guizzo, la cosa più dolce che Tancro potesse sentire anche dopo il bivacco sotto un albero ingrigito dall'inverno senza più foglie, in una plumbea giornata di pioggia.
Con il sorriso di chi finalmente ritrova la sua casa, toccò le corde, settò la manovella al minimo rumore udibile solo da lui, fece una scaletta veloce per scaldarsi le dita e desiderò che l'ispirazione cali dall'alto per donare a lui, e solo a lui stesso, anche un brioso tipping che lo isoli.
Mise il pollice sulla corda del Mi e...
Un giovane cadde dalle scale, mandando in pezzi il suo personale momento.
Non guardò neppure chi fosse, e lo mandò a fanculo con un gesto.
Fece un respiro, poggiò delicatamente il dito indice della mano sinistra sulla corda del Mi, sull'ottavo tasto, e con la tecnica del pizzicare-sfiorare creò un l'Armonico dell'Ottava, il più semplice e magico che esistesse.
Subito dopo questo momento magico, entrò di colpo sbattendo la porta, cosa che lo fece sussultare e imprecare contro la madre di qualcuno, un mocciosetto albino con gli occhi gigantormici, cosa che creò nel Santo un moto di stupore e orrore, e anche alquanto scemo, perchè capì dopo una buona manciata di secondi che per entrare per la porta senza scardinarla bisognava far entrare verticalmente la lunga cosa scura che si teneva dietro. Non ebbe l'interesse di guardarlo, e lo mando nel Paese il cui sindaco è amico di un certo Totò con un gesto.
Ristabilitosi un momento di, eppure strana, calma, fece per mettere le dita in posizione dell'accordo del Fa, quando un forte scroscio di risate lo fece sbagliare, creando un suono sporco e stonato. Che però gli piacque tanto, e per questa volta non mandò a quel paese nessuno. Cercò di migliorarlo, rendendolo sì sporco, ma anche udibile e al contempo stridente. Questa cosa lo fece elettrizzare, anche se la tensione delle corde non era quella giusta. Sta per avere un'ispirazione! Un suono nuovo che...!
Per l'ennesima volta venne interrotto dall'apertura della porta ormai ridotta ad un pezzo di legno fissato a degli infissi cigolanti e arrugginiti, che lo distraevano dalla composizione.
Si ruppe i maroni e ripose in malo modo la sua splendida chitarra.
Si buttò sulla sedia e, non avendo di meglio da fare, stette a osservare i soldati che stavano allegramente togliendo tutto lo stucco di quel che fu un camino.
Si accorse che l'oste gli stava venendo in contro più incazzato che mai e allora si preparò al peggio, prendendo la sacca della chitarra, quando si sentì sbattere per la millesima volta la porta, che non resse e rovinò per terra, e un uomo non proprio anziano, con la barba e i capelli argentei, lo sguardo, il viso squadrato e la postura marziali, con un'armatura splendida, che incuteva e imponeva rispetto solo guardandoti negli occhi, irruppe.
- Basta! - tuonò potentemente, così tanto da ghiacciare la scena circostante. A San Tancro, che non aveva fatto niente, gli si gelò subito il sangue nelle vene e incominciò a sudare freddo, come se avesse appena rubato qualcosa e la pena fosse il taglio della mano.
Un soldato, che divenuto istantaneamente l'ombra di se stesso, ebbe il coraggio di rivolgere un balbuziente gemito a quello che dovrebbe essere il Generale.
Egli ignorò il soldato.
- Attenti! - ordinò, e San Tancro, pur non essendo un suo soldato, si alzò in piedi.
- Sieg H..? - ebbe in moto di dire il Santo, tanto era l'assoggezione data.
Il Generale, allora, diede spiegazioni sul da farsi: - Reclute e mercenari, siete stati chiamati qui per difendere questa città dai coboldi che la minacciano. Sappiamo che si annidano nelle foreste ad Ovest della città. Il vostro compito è organizzarvi, andare lì, stanarli e farli fuori tutti e, se possibile capire cosa li ha con... -
Non ebbe il tempo di finire, che l'aria si mosse e improvvisamente divenne calda, e tutto divenne bianco, e il Santo si sentì come spinto violentemente da una forza superiore, poi il niente.

Tancro si risvegliò da un rapido sogno, fatto di pesci che camminavano e uomini panzuti che ballavano.
Un urlo di soccorso lo risvegliò dal delirio onirico, e subitamente si mise in piedi e, in preda ad un giramento di testa, esclamò: - Orsù, miei prodi, porgetemi un baio e un buon vino e vi condu... - Si accorse che non era più nella taverna, e due soldati, ansimanti e con le mani poggiate sulle ginocchia, lo stavano osservando con uno sguardo difficilmente biasimabile dopo un'esclamazione del genere. Sentì una leggera fitta al petto. Era nella via principale, ora tutta dissestata e con una macchia nero carbone diramata, il cui vertice era quella che minuti fa era una taverna. I soldati incerti sullo stato di salute, soprattutto mentale, del Santo dopo un botto del genere, gli chiesero se stesse bene.
Rosso di vergonagna, rispose affermativamente e chiese ai due soldati sul dafarsi.
I due erano non sapevano cosa e se rispondere, anche perché, secondo loro, avevano a che fare con un demente, ma alla fine uno disse: - Be'... La situazione, per ora, è incerta, visto che i nemici son tutti bloccati dalle porte, ma da come spingono, pensiamo che cederà tra non molto. E si dice che qualche coboldo sia entrato nella cittadina, ma non ne siamo sicuri. -
Come affermazione di ciò, guardò oltre e vide che alcuni soldati stavano spingendo e barricando un enorme portone di legno, dietro il quale, vista la forza dei colpi, doveva esserci dei nemici con un ariete.
- Bene, bene... - mormorò Tancro - Solo... -
Si scoprì essere senza un peso, un peso indispensabile. Terrorizzato, cercò con lo sguardo il sacco con la sua splendida chitarra, e la trovò poco lontano da lui, la sua anelata chitarra.
La colse da terra come un padre salva il proprio bambino da un cavallo in piena corsa, se la rimise in spalla e cercò di fare mente locale sul da farsi. I soldati si guardarono a vicenda straniti, poi, quando il Santo li raggiunse, li ringraziò stringendo loro la mano energicamente, con tutte e due le mani.
- Grazie - disse il Santo riconoscente - Senza di voi, non sarei nemmeno vivo - E corse verso il portone.
Ora, durante la corsa, gli venne in mente un fatto: Se davvero fossero stati loro a far saltare in aria la taverna, non avrebbero esitato a far saltare in aria un portone, il che sarebbe diventato seriamente pericoloso stare vicino ad esso.
Così, arrivatogli quasi davanti, vide due torri di guardia di legno, su cui c'erano degli arcieri che bersagliavano i nemici, talmente tesi e concentrati nello scontro che ogni loro movimento, velocissimo e preciso, era macchinoso e letale.
Scelse la torre di sinistra, deciso ad avvertire gli arcieri per dire loro di fare assolutamente attenzione a nemici con in mano, o addirittura addosso, strani oggetti, che nella foga della battaglia, potevano sembrare inezie. Fece in un lampo due rampe, tesissimo e con nel petto una sensazione opprimente di angoscia.

Edited by Tixend™ - 19/10/2010, 23:10
 
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Lord Feffo
view post Posted on 25/10/2010, 20:57




Dopo che Vind ruppe il tavolo vide un bambino, con una spada più grande di lui tentare di entrare nella locanda, tenendo la suddetta spada in orizzontale e per di più per lungo. Vedendo la scena Vind rischio di farsi partire una risata ma Is riuscì a prendere il controllo del corpo subito prima. -Grazie, poi magari si incazzava- -Probabile...- Una terza voce nella mente di Is rispose a Vind, lasciandolo paralizzato per un attimo.
Subito dopo entrò nella sala una specie di ragazza-ombra che nessuno notò.
Intanto il bambino si avvicinò all'ormai furente barista e gli chiese del latte alla fragola. Alla richiesta tutti i soldati scoppiarono a ridere facendo adirare ancor di più l'oste, che si avvicinò a Is e al tizio coi capelli a pecora e fece per afferrarli. Prima che riuscisse a compiere quel gesto entrò di corsa un uomo canuto, dentro un'armatura scintillante che reggeva in mano una lancia enorme. -BASTA!- Alle sue parole tutti tacquero tranne l'uomo-pecora che se ne uscì con una specie di saluto che Is non capì. -Reclute e mercenari, siete stati chiamati qui per difendere questa città dai coboldi che la minacciano. Sappiamo che si annidano nelle foreste ad Est della città. Il vostro compito è organizzarvi, andare lì, stanarli e farli fuori tutti e, se possibile capire cosa li ha con...- L'uomo venne interrotto da un grande boato. Is si svegliò con la testa che li faceva male, sentiva molto caldo e non aveva idea di cosa fosse successo -Presto alzatevi, ci serve aiuto!- Sentendo queste parole Is scosse la testa, poi si guardò intorno, probabilmente la locanda era esplosa e lui era stato tratto in salvo dai soldati. Notò che c'era anche l'uomo pecora che scattò verso una torre di legno che si trovava a sinistra del portone. Is fece lo stesso, si lanciò verso la torre di destra, deciso ad aiutare gli arceri che vi aveva visto in cima. Appena arrivato abbastanza in alto prese 4 ghiande e le lanciò dall'altra parte del portone, appena toccato terra le ghiande incominciarono a crescere, diventato quattro querce nane, alte 3 metri l'una, sperando di ostacolare il nemico almeno finché non avessero deciso cos'altro fare.
 
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• Oerba Dia Vanille. ~
view post Posted on 1/11/2010, 20:59




Lightning continuò a scrutare i volti degli avventori, ma alla fine si accorse che era inutile, e che in quel modo non avrebbe trovato proprio un bel niente. Incrociò le braccia sul tavolo e vi poggiò la testa. Era stanca per quella lunga camminata per arrivare fin lì. Il fatto di non aver nemmeno trovato ciò che cercava la esasperava. Continuava a fissare la massa di soldati e l'oste infuriato quasi senza vederli, quando entrò un'uomo che con il suo vocione la risvegliò.
«BASTA!»
Era un'omone imponente, armato di un'enorme lancia e ricoperto da un'armatura. Senz'altro un'altro soldato, un generale o qualcosa del genere, pensò Lightning, fissandolo interessata. I soldati erano scattati tutti sull'attenti, incluso il tizio strano con la tunica bianca, e tutta la locanda, oste compreso, si erano zittiti.
«Reclute e mercenari, siete stati chiamati qui per difendere questa città dai coboldi che la minacciano. Sappiamo che si annidano nelle foreste ad Est della città. Il vostro compito è organizzarvi, andare lì, stanarli e farli fuori tutti e, se possibile capire cosa li ha con...»
Lightning non udì nient'altro. Un boato sovrastò qualunque altro suono, poi ci fu una gran vampata di calore. Poi più nulla.

Non ci mise molto a riprendere coscienza. Eppure si sentiva strana, sentiva come una sensazione di vuoto sotto ai piedi.
Ma che...
Aprire gli occhi fu un attimo. Fare mente locale richiese invece un po' di più. Ciò che le si parava davanti agli occhi era un volto di un uomo. Il generale. Sbatté le palpebre e fu rimessa a terra. Lightning si guardò intorno: della locanda in cui stava seduta poco prima, non c'era più traccia, solo travi e pezzi di legno carbonizzati.
Ma che diavolo è successo?
Controllò subito il proprio corpo con pochi movimenti. Nessuna lesione, né esterna né interna. Sospirò di sollievo ed osservò l'uomo scrutare i dintorni con fare ansioso. Finalmente le rivolse la parola.
«Sono felice di vedere che siete ancora viva: sembrate una guerriera, le vostre doti ora mi sarebbero di totale utilità...»
Lightning annuì e l'uomo raccolse la lancia da terra.
«I miei soldati sono impegnati a respingere l'invasione, due gruppi di coboldi sono entrati in città: dobbiamo dividerci e cercarli prima che facciano del male a qualcuno!»
Lei annuì di nuovo. Incrociò le braccia attorno alla vita ed estrasse le spade. Si osservò intorno per valutare cosa fare. Due vie davanti a lei: attraverso una poteva vedere una piazzetta di piccole dimensioni, mentre nell'altra non poté scorgere nulla, dato che una curva impediva la visuale. Rimase per un'attimo a riflettere. I coboldi avrebbero potuto benissimo radunarsi nella piccola piazza, ma comunque potevano averne mandati alcuni tra i vicoli. Alla fine, con un sospiro, imboccò il vicolo dinanzi a lei.
 
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Cavetist il Guardiano
view post Posted on 4/11/2010, 15:51




Quest Master

Espulsione dalla Quest:

Visto il ritardo nel postare di 9 Giorni, Jan viene espulso
dalla Quest. In questo post descriverò la sua uscita
autoconclusivamente. Jan, se mai leggerai: non dire che
non ti avevo avvisato...

Situazione:

L'intero gruppo sopravvisse all'esplosione. Vi furono poche
perdite tra i soldati e qualche ferito. L'esplosione però li aveva
divisi: Vind e San Tancro, salvati dai soldati, erano alle spalle
della taverna alle prese col grosso dell'esercito dei coboldi
intento a tentare di sfondare la porta. Ian fu catapultato
su un lato della taverna, dove vide dei coboldi penetrati in città
da un tunnel sotto le mura. Lightning fu invece salvata dal
Generale Magnus Larssen, il quale curò le sue ferite e le chiese
di inseguire i coboldi già all'interno della città.

Vind e San Tancro

Il Santo non perse tempo: dopo essersi svegliato per mano
dei soldati, chiese loro un rapido briefing. Uno dei soldati
spiegò lui cosa stava avvenendo: i coboldi stavano tentando
di sfondare il portone, probabilmente con un ariete. La mente
del Santo lavorò rapida e realizzò che, come avevano fatto
saltare in aria la taverna, avrebbero potuto fare lo stesso con il
pesante portone in legno. Si alzò e corse rapido su una delle due
torri di guardia, più precisamente quella di sinistra, per avvisare
gli arcieri: disse loro di stare attenti a qualsiasi coboldo avesse
in mano o addosso "oggetti strani", riferendosi ovviamente a
potenziali esplosivi.

La vista che gli si parò davanti dall'alto era inquietante e ridicola
allo stesso tempo: una moltitudine di creaturine simili a lucertole
bipedi alte quando un bambino sciamavano contro le mura.
Molti di loro cadevano trafitti dalla raffica di frecce scagliata dagli
arcieri imperiali, ma altri riuscivano a giungere fino alle mura.
Alcuni di loro trasportavano scale e stavano cominciando,
facendosi scudo l'uno con l'altro, a salire le mura. I soldati
facevano quanto potevano per tenerli lontani, ma due o tre
scale fecero presa e i coboldi cominciarono a salire su.

Una minacciosa torre mobile corazzata si avvicinava alla
postazione di San Tancro, e le frecce sembravano non
scalfirla. Lentamente poggiò un ponte sul muro a sinistra della
torre, e cinque coboldi ne vennero fuori. Tancro era nella torre
immediatamente a destra del ponte, con lui altri tre arcieri.
Due altri combattenti erano dall'altra parte: sfoderarono
immediatamente la spada e si prepararono a duellare contro
i cinque piccoli mostriciattoli, tutti armati di lancia.

Vind, invece, appena realizzato che il portone rischiava di
cedere, decise di porre rimedio a questa situazione e corse
sulla torre di destra. Arrivatovi in cima, i suoi occhi ammirarono
lo stesso spettacolo di quelli del Santo. Vind aveva un piano:
lanciò quattro ghiande davanti al portone in mezzo ai coboldi
che stavano maneggiando un piccolo ma molto lungo ariete
con la testa in ferro. L'elfo concentrò in quei semi i suoi poteri,
affinati in anni e anni di contatto con la natura: le ghiande
germogliarono all'istante e crebbero rapidissime fino a divenire
quattro piccoli alberi. Il loro tronco era ancora sottile e non
avrebbe mai potuto fermare un ariete, ma esse sbocciarono
proprio sotto i piedi dei coboldi e crebbero sotto di loro
mandandoli a gambe all'aria e lasciando l'ariete obliquo con la
testa poggiata a uno degli alberi a meno di un metro dalla torre
dove si trovava Vind. I coboldi non sarebbero riusciti tanto
facilmente a smuoverlo.

Decisero però di non averne bisogno: cominciarono, veloci
e sciamanti come ratti, a salire sul tronco dell'ariete.
Uno di loro, armato di lancia e scudo, apriva la strada coprendo
dalle frecce i suoi compari. Tre coboldi, due armati di lancia a
seguito di quello con lancia e scudo, salirono fino alla punta
dell'ariete ed altri sembrava stessero per giungere. Vind era
nella torre a destra del cancello, con lui due arcieri si stavano
preparando a respingere i coboldi mentre sotto, lo sciame di
coboldi continuava imperterrito ad avanzare verso il muro.

Ian:

La vera guerra non è il posto adatto anche per un bambino,
e Ian in quel momento lo realizzò. Decise, alla vista dei coboldi,
di fuggire senza guardarsi indietro, abbandonando sul muro l'arma
a cui era tanto legato. Fortunatamente per la città, alcuni soldati
lì vicino si accorsero dei coboldi e provvedettero a sterminarli
prima che potessero causare ulteriori danni.

Ian è fuori dalla quest.
Exp guadagnata: 0
Soldi guadagnati:0
Oggetti ottenuti:
• Nessuno
Oggetti persi o usati:
• Spada a due mani: "la mia mamma"
Ferite permanenti:
• Nessuna

Lightning

La guerriera si svegliò tra le braccia del Generale Magnus
Larssen, il quale fu rapido a spiegarle la situazione. C'erano
dei coboldi all'interno delle mura, ed il militare le chiese di
aiutarlo ad occuparsi di loro. Lightning partì rapida verso
un vicino vicolo. Appena partì, sentì un forte rumore di placche
metalliche alle sue spalle: il Generale era partito in carica
verso la piazza. Evidentemente aveva deciso di dividersi da lei
per coprire un'area più vasta. Dopo una decina di metri nel vicolo,
Lightning intravide un'ombra girare l'angolo: un coboldo armato
di spada e scudo era davanti a lei, emettendo strani versi e
ringhiandole contro. Sentì provenire gli stessi versi da dietro le
sue spalle: un altro coboldo era dietro di lei, armato allo stesso
modo. Entrambi i coboldi non le diedero il tempo di ragionare:
partirono in carica contemporaneamente verso di lei. Il vicolo
era stretto e non c'erano posti dove nascondersi o fuggire, né
poteva schivarli gettandosi di lato: Lightning avrebbe dovuto
trovare una soluzione, ed in fretta anche.

Condizioni:

Per Vind, San Tancro e Lightning, nessuna variazione.
Jan è uscito dalla quest.

Obiettivi completati:

-Impedire ai coboldi di sfondare o aprire il portone (Vind)

Obiettivi:

-Fermare i coboldi già entrati in città
- *nuovo* eliminare i supporti per scalare le mura dei coboldi:
le tre scale (una sul muro a sinistra del cancello e due a destra),
la torre mobile e l'ariete poggiato contro il muro (0/5)

Cosa fate?

 
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26 replies since 27/6/2010, 10:36   514 views
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